mercoledì 3 marzo 2010

LA COSTA OCCIDENTALE DELLA SARDEGNA

Partendo dal sud della SARDEGNA, il SULCIS e l'IGLESIENTE, due tra le più antiche terre di tutto il pianeta, rievocano un passato fatto di miniere, sfruttamento, abbandono.

Nel cuore di questa terra fatta di granito, calcare e arenaria, caratterizzata da un paesaggio severo con una splendida vegetazione, sorge Iglesias. La città più importante della regione delle miniere, subì, tra il XIII e il XIV secolo, la forte influenza pisana che si riflette soprattutto nella struttura urbana dell'antico centro cittadino.

Al di là dell'aspetto storico, il fascino di questi posti è legato soprattutto al MARE. La vista è mozzafiato da qualsiasi punto d'osservazione, dalle scogliere che vanno da Nebida a Buggerru, o dall'alto del Pan di Zucchero a Cala Domestica.

Proseguendo verso nord, si arriva alle maestose dune di sabbia gialla di Piscinas, la pianura di Arborea e gli stagni di Santa Giusta e Cabras.

Tra Capo Frasca a nord e Capo San Marco a sud si apre il Golfo di Oristano, per arrivare poi alle terme romane di Fordongianus, costruite tra il I e il III secolo D.C., alle bianche scogliere della penisola del Sinis e alle rovine fenicie di Tharros.

Più a nord si trova Bosa, unica città sarda a sorgere sulle rive di un fiume, il Temo, e dominata dal castello dei Malaspina. E ancora un po' più su ecco Alghero, la Barceloneta sarda, con le sue vie che ancora portano i vecchi nomi catalani, i bastioni, i palazzi e le barche ancorate nel porto.

E infine, a sovrastare la splendida città catalana, Capo Caccia, roccia calcarea che emerge minacciosa dal mare, con il suo faro e le sue grotte, scavate nei millenni nel ventre del promontorio.

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